La Sindrome del Nervo Mediano al Canale carpale
Questa patologia, chiamata più comunemente Sindrome del Tunnel Carpale (STC), ed è forse
la più frequente neuropatia compressiva che si verifichi in chirurgia
della mano.
Cause
Le motivazioni e le cause possono derivare o da un aumento del volume
del suo contenuto, ossia il nervo mediano ed i tendini flessori delle
dita, oppure dal restringimento del contenitore, quest'ultimo
rappresentato dal canale osseo del carpo delimitato anteriormente dal
legamento trasverso del carpo e posteriormente dalle ossa carpali.
Sintomi
Sono prevalentemente le donne colpite dal 70 al 90%
dei casi in una fascia di età che va dai 40 anche ai sessant' anni.
Quando si ha un aumento del contenuto spesso si tratta dell’ aumento
del volume delle guaine sinoviali che rivestono i tendini, oppure un
fatto infiammatorio di questi ultimi, ove le motivazioni principali
possono essere date sia dal tipo di lavoro che la persona
quotidianamente svolge, ad esempio i marinai che puliscono il fondo
delle barche, i pittori che utilizzano il polso spesso piegato in
estensione, per dipingere, persone dedicate alla pulizia delle case
; c'è poi l'altro aspetto che è legato a un problema di tipo
ormonale ove la problematica è l'aumento del livello degli
estrogeni, questo soprattutto in corso di gravidanza, nelle fasi
premestruali e le variazioni comunque nel sistema ormonale legato
alle problematiche femminili. Anche le forme reumatiche possono dare
luogo a fenomeni patologici che interessano i tendini e quindi con
aumento di questi ultimi. Altre problematiche sono le anomalie
muscolari o la presenza di un'arteria anomala. Tra le altre cause di
restringimento del contenitore cioè del canale del carpo esistono le
fratture e anche le patologie minori come delle lussazioni. Le
sindromi del tunnel carpale STC, hanno la caratteristica di essere o
acute o croniche.
La Sintomatologia e la Diagnosi Clinica della Sindrome del
Tunnel Carpale
Nel caso delle sindromi acute si parla di un effetto
improvviso legato ad esempio alle fratture, a microtraumi o traumi
improvvisi e anche in corso di fisioterapia riabilitativa. Le forme
più caratteristiche per la loro cronicità sono invece legate ad una
evoluzione caratteristica molto lenta che inizia con un fastidio
soprattutto notturno, il paziente si sveglia con un intorpidimento
delle dita prevalentemente del primo, secondo e terzo, poco il
quarto, nulla il quinto dito ; per risolvere il problema del dolore
il paziente inizia un movimento della mano prevalentemente fuori
dalle coperte del letto, per ottenere dal ritorno del sangue
nell’arto nuovamente una scomparsa del fastidio che avviene nel giro
di qualche minuto. Nei tempi successivi però questi fenomeni possono
ripetersi più frequentemente; ma finché si tratta di questo stadio
possiamo avere fasi anche di lunghi periodi di rientro della
patologia. Certamente un'attività manuale ripetitiva può iniziare a
far sentire questa sintomatologia: tenere un libro in mano, leggere
un giornale, tenere una borsa dai manici, tenere l'ombrello in mano,
tenere le mani in alto per qualche motivo, insieme a questo con la
frequenza di questa sintomatologia, potrebbe essere abbinata anche
una maggiore difficoltà nel sonno con dei risvegli molto più
frequenti. È questa la fase nella quale si presentano anche
parestesie del nervo caratteristiche per la compressione nervosa
stessa, fino ad avere in alcuni casi più gravi una ipotrofia, ossia
un minor volume dei muscoli dell'eminenza tenar, caratteristicamente
innervata dal ramo del nervo mediano, e segno di un minor trofismo
nervoso.
Diagnosi
E' a questo punto che si può iniziare una diagnosi clinica
più precisa come ad esempio il
segno di Phalen, che consiste nella
flessione obbligata molto spinta del polso in seguito alla quale il
canale Carpale viene ridotto di volume e quindi lo schiacciamento
avviene più precisamente sul nervo. A questo punto il dolore sarà
abbastanza conclamato ed il formicolio o addormentamento delle dita,
detto tecnicamente “parestesia” comparirà con evidenza clinica.
Diviene così indispensabile la messa in opera di una
Elettromiografia, EMG,
che potrà constatare una diminuzione della
velocità di conduzione ma ancor più un aumento della latenza
sensitiva, in particolare distale.
In questa fase però ancora si tratta di una sintomatologia e di una
patologia se non regredibili, trattabili a livello di
farmacoterapia. Se il tempo trascorso dal momento dell'inizio della
sintomatologia si attesta intorno all'anno allora si dovrà
cominciare a prendere in considerazione la possibilità di un
intervento chirurgico di Decompressione. Esistono però delle forme
nelle quali in seguito ad una precisa elettromiografia si potrà
assistere ad una ineccitabilità ossia non risposta del nervo ad uno
stimolo elettrico, che prevalentemente è sempre sensitiva. Le forme
più gravi dette inveterate, non più suscettibili di terapia
chirurgica sono quelle nelle quali si manifesta anche una
ineccitabilità motoria, non solo sensitiva, del nervo stesso; per
queste il risultato post-operatorio potrebbe essere non
soddisfacente.
Terapia
L'intervento Microchirurgico per il tunnel
carpale.
L' intervento di decompressione chirurgica del Nervo
Mediano in caso di STC, viene effettuato mediante una mini-incisione
circa 3 cm al di sotto della piega del polso.
L'utilizzo di sistemi
di ingrandimento ottico quali le Loupes con un
ingrandimento che può andare dalle quattro alle 8 volte,
consente
una visione sufficiente per poter identificare al di sotto del piano
sottocutaneo nell'ordine: il nervo mediano, i tendini flessori, i
rami diretti all'eminenza Tenar delle nervo mediano, ed evitare di
ledere il nervo cutaneo palmare il quale può emergere sia dal lato
radiale che ulnare del nervo mediano stesso (la mano ha due lati
anatomici :il lato radiale dalla parte dell’osso del Radio e l’
altro quello Ulnare dal lato dell Ulna), per tale motivo dopo averlo
identificato sotto visione microchirurgica ,andrà con grande
circospezione lasciato indenne.
L'Incisione del legamento trasverso che avviene per raggiungere ed
identificare il nervo mediano situato al di sotto, deve essere
anch'essa circospetta; il Nervo, infatti a volte può essere molto
aderente al legamento trasverso, e può essere leso da manovre
chirurgiche errate o non controllate. Dopo la sua identificazione si
procede a constatare che l'incisione distale sia sufficientemente
ampia verso le dita, poiché il rischio maggiore è quello che l’
incisione sia troppo limitata, il che darebbe luogo successivamente
a una recidiva con una fibrosi aderenziale del nervo stesso.
Personalmente effettuiamo sempre sotto visione ingrandita con
strumentario microchirurgico, anche una incisione sottocutanea verso
l'alto, ossia verso il gomito che ha lo scopo di aprire ed incidere
la fascia antibrachiale e liberare l'ultima parte del legamento
trasverso, consentendo una ampia liberazione del nervo stesso;
quest'ultima manovra deve essere anch'essa circospetta, osservando
bene con l'ingrandimento ottico ,verso l'alto in modo tale che in
questo tunnel “visivo virtuale” che si viene a creare, si controlli
con certezza attraverso l' incisione, che il nervo mediano rimanga
indenne. Una buona emostasi, ossia una accurata attenzione e
controllo delle piccole emorragie, che possono essere presenti,
potrà essere utile anche a livello del legamento trasverso del carpo
sezionato. Una manovra finale che spesso effettuiamo è quella di
prendere delicatamente con delle pinze microchirurgiche atraumatiche
la parte più esterna del nervo rappresentata dal Perinevrio ,
stirandolo verso il basso e verso l'alto, per constatarne il
movimento di scivolamento agevole nelle due direzioni; Questo
dimostrerà che il nervo è stato liberato completamente.
Possibili complicanze: zero pensieri grazie alla Microchirurgia
L'intervento di sezione legamento trasverso del carpo può dare luogo
anche a lesioni del nervo mediano quando, quest’ultimo, non si
trovi, con una variante anatomica nel punto dove si trova
normalmente ossia al di sotto, ma bensì addirittura al di sopra del
legamento trasverso del carpo.
Va ricordato che nei casi di una
lesione occasionale involontaria, la cosiddetta lesione “chirurgica
iatrogena” si dovrà procedere ad una ricostruzione del nervo stesso
o uno dei suoi rami incidentalmente lesi.
E’ in questa occasione
particolare che la conoscenza e l'esperienza nella Tecnica
Microchirurgica
divengono fondamentali; in effetti il microchirurgo
esperto può ricostruire il nervo leso mediante una neurorrafia, cioè
una ricostruzione con riaccostamento dei due monconi.
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Decorso
post-operatorio e guarigione
La ripresa funzionale post-operatoria
nella sindrome del tunnel carpale è normalmente eccellente; Il
paziente però va ben informato della possibile non ripresa
funzionale completa, soprattutto se c'era lesione molto avanzata
come la compressione di lunga durata nel tempo del nervo. Una delle
possibili complicanze nel caso della chirurgia del tunnel carpale,
ossia nella decompressione del nervo mediano mediante la resezione
del legamento trasverso del carpo, può essere rappresentata da delle
tenaci aderenze post operatorie causate ad esempio da una piccola
emorragia di qualche piccolo vaso sottocutaneo, dalla possibile
tenosinovite ossia infiammazione dei tendini flessori che corrono
insieme al nervo mediano nel canale del carpo, o anche una lesione
come abbiamo detto di uno dei rami del mediano, addirittura di
alcuni dei fascicoli che compongono il nervo durante l'incisione per
l'apertura del legamento trasverso del carpo stesso. In questi casi
in effetti la revisione della cicatrice e del campo chirurgico può
diventare obbligatoria se si presentano nevralgie incoercibili di
difficile trattamento farmacologico, o una diminuzione della
capacità dell'uso quindi funzionale della mano stessa. In questi
casi una revisione chirurgica sarà effettuata con la possibile
risoluzione del problema sia con l’ asportazione delle aderenze che
si sono formate e quindi la liberazione del nervo oppure nel caso in
cui esista una lesione del nervo stesso, con la ricostruzione in
tecnica microchirurgica dei rami come già detto in precedenza.
L'ultima possibilità che va tenuta presente è la possibile
necessaria ricostruzione e copertura della cicatrice con un lembo
ruotato di vicinanza o microvascolare che deve garantire una buona
copertura cutanea, ma anche una nuova irrorazione sanguigna con un
apporto di sangue venoso e arterioso dal lembo di vicinanza ruotato
a tale scopo.
La fisioterapia post-operatoria dopo decompressione
del canale del carpo
Tutta la chirurgia della mano e quindi della
microchirurgia deve essere seguita dopo l'intervento da una accurata
e minuziosa fisioterapia post-operatoria, che ha lo scopo di
agevolare la ripresa funzionale dell'arto. In realtà il compito del
fisioterapista è un compito davvero importante; infatti va
considerato che il contatto tra il microchirurgo ed il paziente è
strettamente collegato ad una prima visita, primo incontro ed
eventualmente un secondo incontro per definire e stabilire
l'intervento, le sue modalità e infine un controllo post-operatorio
della durata di una trentina di minuti. Tutto questo non ha nulla a
che vedere con il rapporto che si instaura invece con un
fisioterapista che dura ogni volta una seduta di un'oretta e viene
ripetuta nel tempo anche due o tre volte in una settimana; questo
contatto ha il significato di comprendere bene se la ferita sta
guarendo nel modo giusto, se non ci sono complicazioni in atto o
previsioni di complicazioni successive, ed infine consente
l'affidamento del paziente al fisioterapista. A tale scopo si
otterrà una accurata attenzione al paziente e una dedizione completa
ed assoluta alla risoluzione del problema. Infatti una delle
problematiche più importanti in tutta la chirurgia ed in particolare
in quella della mano, può essere spesso quella che il paziente, dopo
essere stato operato anche correttamente, venga abbandonato a sè
stesso senza essere affidato oltre che al chirurgo operatore, ad un
collaboratore in questo caso il fisioterapista che ha la possibilità
di seguire istante per istante le sequenze della guarigione
garantendone il buon risultato.
Trattamento
conservativo
In caso di compressioni iniziali (formicolio notturno) o di STC in gravidanza dovuta a fattori ormonali e all’aumento della ritenzione idrica, che scompare alla fine dell’allattamento si consiglia:
- Tutore su misura fino a 3 mesi
- Riabilitazione della mano con particolare attenzione alla liberazione del canale del carpo
- Applicazione del metodo Maitland abbinato ad esercizi di scorrimento dei tendini e del nervo Mediano
- Terapia anti-infiammatoria locale
- Educazione del pz sia sul lavoro che durante le ore di sonno
Trattamento post -
chirurgico
1^ e 2^ settimana :
- Riabilitazione della mano incentrata sul controllo dell’edema : esercizi attivi con l’arto in elevazione , massaggio disto-prossimale ed eventuale bendaggio coban.
- Trattamento della cicatrice dalla rimozione dei punti
- Applicazione del metodo Maitland per il ripristino dei movimenti accessori e fisiologici AROM dita : nell’immediato post - operatorio non ci sono controindicazioni alla mobilizzazione di ogni dito e articolazione.
- Prevenzione delle aderenze tendinee : esercizi di scorrimento tendineo. insegnare esercizio dei tre pugni al paziente.
- Confezionamento del tutore su misura al bisogno : ortesi statica di polso per 15 gg notte se necessario.
- Controllo della sensibilità, attraverso l’utilizzo di strumenti di valutazione come il disk-criminator e della forza, attraverso l’utilizzo di dinamometro e pinzometro idraulico.
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3^ e 4^ settimana:
- Riabilitazione della mano: recupero completo AROM e PROM delle dita : esercizi globali arto superiore ai quali si consiglia di abbinare esercizi in acqua tiepida con spugna ed eventuali bagni alternati se permane l’edema.
- Mobilizzazione del polso : abbandono progressivo del tutore su misura.
- Esercizi attivi contro gravità ma non contro resistenza.
- Prevenzione delle aderenze tendinee e nervose : eventuali esercizi di scorrimento differenziato delle dita e del nervo mediano da rivalutare se provocano formicolio (applicazione del metodo Maitland ed eventuale rieducazione posturale )
- Prevenzione delle aderenze cicatriziali : il trattamento della cicatrice è fondamentale per l’aspetto estetico e funzionale. Massaggio di scollamento, ed eventuale applicazione di gel siliconico.
- Se necessario iniziare trattamento di desensitizzazione attraverso strumenti di valutazione della forza e della sensibilità.
5^ e 6^ settimana
ATTENZIONE! Non spingere, tirare o sollevare pesi superiori ai 5 kg prima di 8 settimane dall’ intervento.
Questo tipo di riabilitazione può sembrare banale, invece in molti casi necessita di un approccio specialistico e personalizzato;
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